Roberto e il formaggio a forma di torre
Già fra il IX e l’XI secolo veniva prodotto dai monaci benedettini il Montébore, un formaggio ritenuto un vero gioiellino… anche dai re!
Nel 1489, per esempio, a Tortona si celebravano le nozze di Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro. Cerimoniere del banchetto era niente meno che Leonardo Da Vinci il quale, oltre ad essere grande artista, era anche un gastronomo appassionato: fu proprio Leonardo a volere come unico formaggio quello stesso Montébore.
Poi sparì. Non si ebbero sue notizie per moltissimi anni.
Fino a che non ritornò sulle tavole degli italiani grazie a Maurizio Fava, del locale Presidio Slow Food piemontese, il quale, rintracciando Carolina Bracco, raggiunse l’ultima depositaria della tecnica casearia tradizionale.
Oggi Roberto Grattone e Agata Marchesotti, con la Cooperativa Valle Nostra, sono gli unici produttori al mondo di questo formaggio.
“Per me”, racconta Roberto, “è stata una sfida, volevo ridare un nome e un’identificazione a questo prodotto”. Così, con il 70% di latte bovino di mucche Brune Alpine, Tortonesi, Genovesi e Cabannina, e con il 30% di latte ovino, vengono prodotte le forme di formaggio che vengono fatte stagionare una sopra l’altra assumendo una forma che ricorda “le torri del nostro castello”.
Chissà come dev’essere buono insieme a una fetta di pane abbrustolito!
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