Aldo ci credeva...
Era proprio determinato. Voleva aprire un locale. Lui avrebbe fatto panini ed il suo amico Gio i cocktails. L’alberghiero gli era servito poco, appena per capire che come chef non era tagliato, mentre la morte del padre gli aveva dato respiro, lasciandogli un appartamento. L’occupava ma avrebbe dovuto venderlo ed affittare, aprire qualcosa di interessante. I panini li aveva nell’anima, tanti ne aveva mangiati, e preparati per gli altri, anche in un McDonald’s. Ma la sua idea era che bisognava ripartire da zero, dal pane italiano e l’avrebbe fatto lui e avrebbe avuto successo, anche con pane e cipolla. Del resto, in Liguria, non si mangia la focaccia con la cipolla, e non è forse buona? Bianca, rossa, si serve cruda, al forno, soffritta, caramellata, in agrodolce…ognuna con un pane diverso e si immaginava il successo e l’insegna: un grande anello bianco traversato da uno sfilatino. Gli amici quando si accaldava per convincerli, gli ribattevano che era un povero fissato, e sarebbe finito con le pezze al culo. Ma Aldo ci credeva e quando con voluttà sognava un pezzo di pane, mordendo la sua bella cipolla, si diceva che non capivano niente.