Il banchetto di Cleopatra
Alla cultura della panificazione egizia dobbiamo molto.
Nella valle del Nilo si sviluppa enormemente l’uso del pane come base dell’alimentazione umana, sebbene il pane di allora fosse preparato con numerosi e differenti cereali.
Ancora oggi gli egiziani moderni sono dei panificatori espertissimi e molto stimati.
In Italia, dove la comunità egiziana è numerosa, molti di loro lavorano come panettieri e persino come ottimi pizzaioli.
Il racconto che segue è un doveroso omaggio e ci aiuta a ricordare i forti legami che si intrecciano sulle sponde del Mediterraneo tra i diversi paesi.
Cleopatra fu regina d’Egitto in epoca ellenistica: regina della grande tradizione culturale egiziana e greca; dello sfarzo cerimoniale e della grandezza di Alessandrina.
Una corte lussuosa e certamente un magnetismo e un fascino immenso se non proprio la bellezza furono tutti strumenti di azione politica tesa a limitare il potere romano crescente.
Giovanissima fu amante di un maturo Giulio Cesare e certamente, per molti anni del triumviro Antonio.
Perduto il regno e l’amato, più per il primo che il secondo, si suicidò, forse facendosi mordere da serpenti e divenne eternamente famosa e spesso ritratta.
Meno famoso ma più interessante e più volte dipinto è l’episodio del primo incredibile e lussuoso banchetto offerto ad Antonio.
Il favoloso banchetto costò milioni di sesterzi romani, milioni di euro, per capirci. Alla fine della cena Cleopatra si fece portare un bicchiere di aceto e vi tuffò una perla che ornava il suo orecchio e la “bevve”.
L’altra fu salvata da un grande cortigiano e, quando i romani conquistarono Alessandria, fu portata a Roma, spezzata a metà e usata per adornare le orecchie della statua di Venere, conservata al Pantheon.
Tiepolo dipinge Il banchetto di Cleopatra nel 1740; da grande e fine “decoratore” è interessato, come tanta pittura settecentesca, al valore teatrale, mitologico, esotico ed erotico dell’episodio, nel 1740.
Cleopatra è una nobildonna veneziana. Il banchetto è attuale. Antonio è vestito da guerriero antico. Insomma, storicamente c’è qualche incongruenza.
È conservato a Londra, National Gallery.