MY LORD BYRON
Quando ho domandato ad un paio di amici Londinesi che cosa gli veniva in mente alla parola “Byron”, in un attimo entrambi mi hanno risposto Byron Burger. Mi duole per i lettori più romantici, ma l’amato poeta Lord George Gordon Byron passa al secondo posto. Nato nel 2007 da un’intuizione di Tom Byng, Byron in poco tempo si impone come esempio virtuoso di ristorazione fast-casual in tutta la Gran Bretagna. La personalità creativa di Byron trova la sua cifra stilistica nella diversità di ogni location. L’Urban Chic, l’utilizzo di elementi classici inseriti in un contesto definito da linee urbane e da elementi metropolitani, è il filo sottile che lega tutti i ristoranti Byron. Colpiscono i divani matelassè blu cobalto del ristorante di Clapham Common, attraggono le geometrie irregolari e il legno grezzo del parquet di Covent Garden che trovano il loro contraltare negli elementi in stile Wes Anderson nel ristorante di Camden. E il cibo? L’ Hamburger è rigorosamente di carne scozzese e non mi dilungherò nelle descrizioni dei burger più amati. Ma lo Smokey Burger (cheddar affumicato, cipolle croccanti, pancetta e salsa al peperoncino) e il Byron Burger (pancetta, cheddar stagionato, cipolle rosse e salsa Byron) spiccano in un menù minimale e composto, tanto da meritare una menzione. Byron taglia un traguardo importante per il settore Fast Casual nel 2013, quando la allora proprietaria Gondola Group cede la catena al colosso Hutton Collins Partners con una valutazione pari a 100 milioni di sterline: più di 135 milioni di euro. Guardando questi numeri da capogiro è chiaro ormai che da tempo il mercato si muove in direzione fast-casual, e sempre più investitori sono attratti dalla nuova concezione food and easy. E i clienti? Sempre più appassionati. Esiste un bizzarro movimento di clienti affezionati chiamati Byronites: comprano t-shirt, voucher e compiono imprese strepitose nei vari ristoranti del brand, corredandole di foto e sommergendo i social di like. Chiudiamo la nostra esplorazione nel mondo Byron con una frase che ha un suono familiare e che oggi più che mai sembra veritiera, a pronunciarla è stato lo stesso Tom Byng: “Un ristorante racchiude in se' la metafora della vita”… Firmato Lord Byron.