NoTools_Fork1: a Torino la prima puntata della saga dedicata alle posate
Con l’aumentare dell’eco mediatica intorno al mondo enogastronomico, negli ultimi anni sono nati numerosi interessanti progetti corollari. Startup per ridurre il problema dello spreco alimentare, cene tematiche per affrontare la materia con un differente approccio, e mostre fotografiche creative.
In quest’ultima categoria si inserisce NoTools_Fork1, il primo dei tre capitoli torinesi del fotografo Davide Dutto – i successivi saranno Spoon2 e Knife3 – ospitati a Palazzo Saluzzo Paesana.
L’idea è nata da un incontro fra lo stesso, visibilmente soddisfatto per la riuscita del progetto concettuale, e lo chef 2 stelle Michelin Pino Cuttaia.
“La forchetta allargata – spiega lo chef de La Madia di Licata – era una tradizione delle famiglie del sud Italia nel dopoguerra. All’epoca la cucina non era così democratica e a tavola si metteva tutto il cibo, senza porzionarlo. […] Il gesto di prendere più forchettate di una stessa pietanza era visto male. Per questo, si allargavano i rebbi della forchetta: per prendere più cibo con un gesto solo; era un modo per nutrirsi più degli altri. Per questo motivo la forchetta, che all’epoca era in alluminio e più facile da deformare, divenne un oggetto personale”.
Da quell’incontro a oggi, giorno di apertura della mostra, l’esperto fotografo ha collezionato numerosissime forchette. “La forchetta cui mi sono legato di più con questo progetto, per esempio, è la prima che ho acquistato; è molto vecchia e l’ho trovata in un mercatino delle pulci di Fossano. Oggi, a un anno di distanza dall’inizio del progetto, ne ho tantissime e le sto acquistando anche online dall’Inghilterra e da tutta Europa: più sono rovinate, più sono intrise di storia e più posso immaginare il percorso che hanno fatto prima di arrivare a me”.
Fino al 3 febbraio, da mercoledì a domenica quaranta fotografie raffiguranti la ‘posata con i rebbi’ saranno esposte dalle 16 alle 20. Gli scatti che la ritraggono sono tutti accomunati da uno sfondo bianco, per mettere in risalto le sfumature di ogni singolo utensile e le differenze che lo distinguono dagli altri. Ma anche per mettere in risalto la storia che si cela dietro ognuna.
La mostra personale di Davide Dutto è organizzata in collaborazione con Chef Profile, Ghost Book e Ghost Associazione Culturale.