Oggi non mi sono fermato un istante...
Oggi non mi sono fermato un istante, neanche il tempo di farmi un panino. Non ne posso più, ho bisogno di bere anzi vado a mangiare un hamburger. Da solo, perché di gente, nel mio negozio ne ho vista abbastanza, tutti alla ricerca delle loro cazzatine regalo. Ho bisogno di smettere e ricostituirmi. Una pizza, no, è roba da amici, tutti davanti al loro piatto bianco e rosso, col bordo nero, a tagliare col coltello, a usar la forchetta e le dita, a parlarsi, a rimpizzarsi. Invece, voglio ricostituirmi, ho bisogno di carne, di stringerla con le mani, di sentirla in bocca. Mi han detto che gli hamburger vengono tutti surgelati dal Texas, ma mi sembra strano perché il sapore è di qui, e mia nonna li chiamava svizzere – chissà perché? – e poi c’è il pane … Giovanni dice sempre che il pane è la vera carne e quando lo mangi ha tutti i sapori del mondo, ma forse si confonde, perché l’ho visto addentare con piacere il suo micmac, come dice lui.
Sono entrato. E col mio vassoio sono andato in un angolo in fondo, evitando mamma papà e bambino, poi una stronzetta che mordeva,telefonava. Ce l’ho fatta. Non c’è molta gente e non ho nemmeno bisogno di guardare quello che mangio, perché non sono come Giovanni che parla sempre di prodotti tipici dai nomi vagamente culi come culatello, e te la mena col food, per poi fare il mio stesso lavoro di commesso regali al seminero. Mangio una patatina dopo l’altra ed è proprio quello che mi piace, mi fa pensare alle vacanze, a Mario, e poi che devo cambiare lavoro. No, non andrò a fare i panini, ma se riesco a guadagnare di più, non so, avrò un appartamento, una cucina, e la svizzera me la farò a casa, grande come una pizza. Le patatine son finite e continuo a prenderle con le dita e mettermele in bocca, ed ognuna è un pensiero diverso, una voglia diversa. Butto uno sguardo su un vassoio abbandonato sul tavolo e lo ripongo con la mente, non per uscire ma per tornare a far la fila… Ma basta sognare, ho già pagato e posso andare verso il parco…