Simone De Feo - Dolce come un panino
Simone De Feo è “sovrano” della gelateria Capolinea di Reggio Emilia, che ormai anche con i suoi prodotti lievitati ha un grande successo. Lo avevamo già conosciuto in uno dei nostri tour e ora gli abbiamo rubato l’intervista con le otto domande sul panino.
1. La prima cosa che ti viene in mente quando pensi al “panino”?
Formaggio morbido con salume, un prosciutto o una coppa, racchiuso in una focaccia romana.
2. Il primo panino che hai mangiato?
Un panino con le melanzane sott’olio, al mare. È proprio un ricordo del mare e dell’infanzia.
3. L’ultimo che hai mangiato?
Al Sour Festival, era il panino dello chef Andrea Incerti Vezzani: un panino semintegrale con hamburger di baccalà, molto buono.
4. Quale panino non mangeresti mai?
Di sicuro, non mangerei mai un panino brutto, finto o morto, insomma uno di quei “panini” che fanno venire tristezza.
5. Il panino italiano è diverso dagli altri? Perché?
Potrei parlare per mezz’ora del perché il panino italiano è diverso dagli altri, ma direi anzitutto che sì, sicuramente è diverso e la differenza dipende da chi lo fa. Mi vengono in mente i panini di Simone Padoan, dei capolavori, sono tutti panini italiani. Diciamo che noi italiani siamo diversi sia come consumatori che come produttori, per questo i nostri panini sono più buoni… ovviamente non sto parlando di quei panini che vengono lasciati “morire” nella vetrina del bar.
6. Una ricetta per un panino ambasciatore del made in Italy?
Panino con mozzarella, prosciutto crudo e un pane toscano o molisano. In ogni caso deve essere un panino con due o tre ingredienti, senza esagerare.
7. Come immagini il panino tra 20 anni?
Tra 20 anni il panino sarà semplice: spero vengano lasciati da parte gli abbinamenti fatti per stupire, ma invece venga valorizzato il prodotto, perché sono sapori che spesso e volentieri perdiamo.
8. Se fossi un panino, che panino saresti?
Sicuramente dolce, probabilmente una veneziana con il gelato alla crema.
Credits: Capolinea Gelateria.